L’architettura sostenibile è sempre più vitale e in continua evoluzione. Se infatti la crisi climatica è diventata un nodo cruciale nel discorso architettonico, progettisti e ricercatori sono impegnati a dare il proprio contributo e non mancano le startup che sfidano l’approccio scontato per giocare la carta dell’innovazione.
L’obiettivo condiviso sarebbe la costruzione di edifici che si armonizzino con l’ambiente, riducano al minimo il consumo di risorse e generino benessere. Dato però che l’acciaio e il cemento sono responsabili di una quota che sfiora il 20% delle emissioni globali su base annua, l’impegno di chi investe in innovazione non è solo legato alla decarbonizzazione dei processi di produzione, ma soprattutto a ridurne l’utilizzo. Come? Inventando alternative sempre più intriganti.
Se lo sviluppo di nuovi materiali in edilizia sta portando la sfida verso nuove frontiere, le tecnologie di stampa 3D generano opportunità davvero interessanti. Un esempio è l’innovativo processo attraverso il quale l’azienda olandese Recell filtra la cellulosa degli scarichi urbani (derivata dalla carta igienica smaltita) per farne un materiale base che lo studio Omlab mescola a calcite a un biomateriale (Kaumera) per la stampa 3D in edilizia. Le materie prime vengono miscelate in una pasta compatta, simile all'argilla, che viene estrusa e una volta asciutta porta ad un materiale traspirante simile alla ceramica.
Ebbene sì, se la stampa in edilizia sta diventando una realtà sempre più concreta, la sfida oggi è lavorare con materie prime sostenibili e frutto di un processo circolare.