Le cittadelle “autarchiche” nel segno della sostenibilità

 

Le città - in Europa e non solo - non nascono sostenibili, almeno in senso contemporaneo. Soprattutto per concentrazioni urbane importanti, frutto di un percorso stratificato di crescita urbanistica e sociale, il processo di riorganizzazione, ristrutturazione e ripensamento in chiave green risulta dunque complesso e tutt’altro che veloce.

Accade invece che nuovi complessi residenziali - frutto di nuova urbanizzazione o di riqualificazione radicale di aree urbane - vengano sempre più spesso progettati come dei compound “autarchici”, sostenibili e votati alla circolarità per garantirsi energia auto-generata ed emissioni virtualmente pari a zero.

 

Le cittadelle “autarchiche” nel segno della sostenibilità

Ecco allora interi blocks o villaggi serviti da energia (rinnovabile) generata integralmente all’interno del sistema - dal geotermico al solare - con l’utilizzo di processi di riscaldamento e raffreddamento a basse emissioni, con un ciclo integrato delle acque, che passa attraverso la depurazione e il riutilizzo, ma anche sistemi avanzati di riciclo dei rifiuti e compensazione al 100% delle emissioni di CO2. Questi sistemi complessi sono dunque un nuovo modello di sviluppo urbano. E non sono solo gli investitori del real estate a spingersi sulla strada del green, magari per garantirsi un posizionamento più alto in termini di prezzo, è piuttosto il mercato che chiede sempre più sostenibilità coniugata (perché no?) con un risparmio energetico sul medio-lungo termine. E così l’autarchia potrebbe essere il futuro presente.