Tetti green per l’ambiente e per ridurre i consumi

Sul tetto di un edificio nel Brooklyn Navy Yard c’è un vigneto. Rooftop Reds è infatti un’azienda vinicola che coltiva le viti sul tetto di un grattacielo, grazie alla tecnica di allevamento applicata da Devin Shomaker e dal suo team in collaborazione con la Cornell University.

Dalla vigna urbana di New York (membro della Urban Vineyards Association) viene un modello che – in tempi di ossigenazione carente e polveri sottili nelle città – dovrebbe essere adottato in tutte le aree urbanizzate. Perché la realizzazione di tetti green è una frontiera facilmente conquistabile e rappresenta un’opportunità per la sostenibilità urbanistica e probabilmente un’occasione di arricchimento architettonico.

 

Non che i rooftop dei nostri condomini di provincia debbano essere necessariamente vitati, un manto erboso o qualche aiuola vanno benissimo per riequilibrare la scarsità di aree verdi di alcune città. E se da un lato l’allestimento di veri giardini pensili può essere una scelta esteticamente piacevole per ripensare aggregati di edilizia urbana progettati qualche decennio fa, d’altra parte una copertura vegetale in simbiosi con serramenti adeguati può fornire una protezione rispetto al surriscaldamento estivo. Infatti i tetti verdi riducono il consumo energetico dell'edificio raffreddando i tetti e fornendo ombreggiamento, massa termica e isolamento. Da non trascurare l’impatto sulla biodiversità urbana, perché i tetti “vegetativi” forniscono un habitat per piante e animali, come uccelli e insetti.

 

Tetti green per l’ambiente e per ridurre i consumi