Il climate change cambia la progettazione

AlIl climate change cambia la progettazione di là delle differenti interpretazioni su quali fenomeni debbano essere riferiti al concetto di climate change – dal surriscaldamento dell’atmosfera e degli oceani alla siccità, fino agli eventi metereologici estremi – è indubbio il mutamento del contesto climatico in cui gli abitanti del pianeta oggi si trovano a vivere. L’innalzamento delle temperature percepite nell’arco dell’anno e una certa imprevedibilità degli agenti atmosferici chiamano inevitabilmente chi progetta gli spazi di vita e di lavoro ad un ripensamento.

Innanzitutto preventivo, perché l’impatto ambientale di un agglomerato residenziale non è indifferente (è stato calcolato che l’edilizia in Germania valga il 14% delle emissioni di CO2) tanto quanto una fabbrica o una nave mercantile. Serve dunque puntare sull’ottimizzazione dell’efficienza energetica a tutti i livelli. Negli ultimi vent’anni il segmento delle costruzioni ha fatto passi da gigante per lo sviluppo di tecniche costruttive e tecnologie che consentano di abbattere emissioni e risparmiare energia, dunque per rendere più efficienti gli edifici.

Il mutamento riguarda anche la capacità delle strutture di esser resilienti rispetto agli imprevisti del clima. Le condizioni meteo estreme richiedono infatti resistenza e flessibilità, adattabilità e fluidità. Servono dunque superfici in grado di filtrare (quando non sfruttare in maniera ottimizzata) sbalzi termici significativi, servono impianti energetici a basso consumo (altrimenti i costi lievitano nei momenti più caldi o freddi).

Qual è dunque l’orizzonte? Qualcuno pronostica un ritorno alle forme originarie di costruzione, in materiali naturali e con forme semplici (perché alle origini la tecnologia era una questione basic).